Ecco come, ad inizio del secolo scorso, a Livorno i confratelli svolgevano i funerali: vestiti con la tradizionale buffa, non più col cappuccio sul viso ma lasciato aperto sul capo, il defunto portato a spalla.
Adesso ci si avvale, ovviamente, di auto funebri e quant’altro, ma resta, nel pietoso rito dell’accompagnamento della salma fino alla chiesa, l’esercizio della preghiera da parte dei confratelli e delle consorelle della Misericordia al momento della celebrazione delle esequie.
Sarà quel “pregare Dio per i vivi e per i morti” o quel “seppellire i morti” che impone alla persona piena della Misericordia di Dio di vivere come opera di Misericordia sia spirituale che corporale questo momento di generosa disponibilità nei confronti del fratello defunto.
Il fatto è comunque che questo resta uno dei servizi più apprezzati svolti dalla Misericordia proprio perché riesce, attraverso la presenza orante dei confratelli, a farsi prossima, vicina al dolore della gente, offrendo l’unica speranza possibile: quella della Vita Eterna.
E il servizio termina sempre nell’abituale saluto, scambiato tra confratelli e consorelle: “Iddio te ne renda merito” .
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